Page 39 - Shakespeare - Vol. 4
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Da lui vengo,
               con un messaggio per il principe Pericle;
               ma, appena sbarcato, ho appreso che il vostro signore
               s’è messo in viaggio per destinazioni sconosciute.

               E ora il mio messaggio tornerà donde è venuto.



              ELICANO
               Non abbiamo ragione di voler sapere
               quel che era diretto al nostro signore, non a noi.
               E tuttavia, prima che partiate, questo vogliamo,

               che come amici di Antioco possiamo far festa a Tiro.
                                                                                                        Escono.



                                                  Scena IV        68     EN


                 Entrano Cleone, governatore di Tarso, con Dionisa sua moglie ed altri.



              CLEONE

               Mia Dionisa, vogliamo riposarci qui
               e raccontarci storie di dolori altrui
               per cercare di dimenticare i nostri?



              DIONISA
               Sarebbe come soffiare sul fuoco sperando di spengerlo:
               chi scava per abbassare colli che aspirano troppo in alto,

               butta giù una montagna per crearne un’altra più alta.                   69
               Oh mio angosciato signore, così sono le nostre pene:
               non possiamo che patirle e guardarle con occhi sfortunati,
               ma come boschi, se li sfrondiamo, cresceranno più alti.                   70



              CLEONE

               Oh Dionisa,
               chi, se gli manca il cibo, non dirà che ne vuole?
               Chi può nascondere la fame fino a morire di fame?
               Chi può impedire alle nostre lingue addolorate
               di far risuonare fonde nell’aria le nostre pene,

               e ai nostri occhi di piangere mentre le lingue
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