Page 35 - Shakespeare - Vol. 4
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ELICANO

               Come osano le piante guardare al cielo,
               da cui ricevono il loro nutrimento?



              PERICLE
               Tu sai che io ho il potere di toglierti la vita.



              ELICANO
               Ho affilato la scure io stesso, sferrate il colpo.



              PERICLE
               Alzati, ti prego, alzati. Siediti. Non sei un adulatore;

               te ne ringrazio, e il cielo non voglia che i re
               consentano alle loro orecchie di ascoltare solo ciò
               che nasconde le loro colpe. Degno consigliere e suddito
               di un principe, che con la tua saggezza fai di un principe

               il tuo suddito, che cosa vorresti che facessi?             61


              ELICANO

               Sopportare con pazienza le pene
               che voi stesso infliggete a voi stesso.



              PERICLE
               Tu parli come un medico, Elicano,
               somministrandomi una pozione

               che tremeresti a prendere tu stesso.
               Ascoltami, allora. Andai ad Antiochia,
               dove, come sai, con rischio di morte
               cercai di conquistare una splendida bellezza,

               da cui potessi procreare tale progenie
               quale dà forza      62  ai principi e gioia ai loro sudditi.
               La sua faccia oltrepassò ai miei occhi ogni meraviglia,
               ma il resto − lo confido al tuo orecchio − era nero come l’incesto;

               e quando il mio intendimento lo scoprì, il peccaminoso padre
               parve non colpire ma blandire. Ma tu sai bene
               che è tempo d’aver paura quando i tiranni fanno mostra
               di baciare. E quella paura crebbe tanto in me che fuggii qui,

               sotto il riparo di una premurosa notte
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