Page 389 - Shakespeare - Vol. 4
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Vengono al comando dell’audace
Iachimo, fratello del duca di Siena.
LUCIO
Per quando li attendete?
CAPITANO
Con il primo vento propizio.
LUCIO
Tanta baldanza fa
ben sperare. Passate in rassegna le truppe:
che se ne occupino i capitani. E voi,
signore: cos’avete sognato di recente
su questa guerra?
INDOVINO
La notte scorsa gli stessi dèi mi hanno donato
una visione (avevo digiunato e pregato
perché si rivelassero). Ed ecco cosa ho visto:
l’uccello di Giove, l’aquila romana, volare
dal molle mezzogiorno a questa parte di ponente,
e qui svanire tra i raggi del sole. E questo predice
vittoria ai romani, se i peccati non smussano
il mio profetico afflato.
LUCIO
Siano sempre così i tuoi sogni, e mai falsi.
Fermi! Cos’è quel tronco senza testa?
Le sue rovine testimoniano il nobile edificio
che era un tempo. E questo? Un paggio?
Morto o assopito sulla salma? Morto, direi:
poiché la natura esecra di spartire il letto
coi defunti, o di dormirvi sopra.
Vediamo il volto del ragazzo.
CAPITANO