Page 393 - Shakespeare - Vol. 4
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Di grazia, Vostra Maestà,
le legioni romane radunate in Gallia
sono già sbarcate sulle nostre coste
affiancate da un contingente di nobili
romani inviati dal Senato.
CIMBELINO
Avessi adesso al fianco mio figlio e la regina
con i loro consigli! Tutti questi eventi mi sconcertano.
PRIMO SIGNORE
Mio buon sovrano,
le forze da voi allestite terranno testa a quelle
di cui abbiamo notizia. Dovessero arrivarne altre,
anche per quelle sarete pronto. Vi basterà mobilitare
le truppe che attendono solo di avanzare.
CIMBELINO
Vi ringrazio. Ritiriamoci e prepariamoci
agli eventi che ci si fanno incontro. Non temiamo
eventuali noie dall’Italia, ma siamo in pena per
quanto succede a corte. Andiamo.
[Escono Cimbelino, i Signori e i Gentiluomini del seguito.]
PISANIO
Non ho più ricevuto lettere dal mio padrone
da che gli ho scritto dell’assassinio di Imogene.
Strano. Né dalla mia padrona, che pure mi aveva
promesso frequenti notizie. Non so neppure
che ne sia stato di Cloten. Mi sento alquanto confuso.
Il cielo si metterà all’opera. Nell’essere falso,
sono onesto. Nel mostrare infedeltà,
mi mantengo fedele. La guerra proverà quanto
io ami il mio paese, e anche il re se ne avvedrà:
altrimenti cadrò in battaglia. Tutti gli altri dubbi,
li chiarirà il tempo. La fortuna conduce in porto
anche navi senza governo.