Page 392 - Shakespeare - Vol. 4
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CIMBELINO

                               Di nuovo: e fatemi sapere come sta.
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               Una febbre dovuta all’assenza del figlio,

               un delirio che attenta alla sua vita. Oh cieli,
               con che durezza mi colpite in una volta!
               Imogene, la mia più grande consolazione, fuggita.
               La mia regina, su un letto di disperazione:
               e tutto proprio mentre una guerra tremenda

               mi pende sul capo. Suo figlio, sparito proprio quando
               più servirebbe. Tutti questi colpi mi sottraggono
               ogni speranza. Quanto a te, infame, che certo sai qualcosa

               sulla sua fuga e fingi il contrario, te la caveremo di bocca
               con aspre torture.



              PISANIO
                               La mia vita è vostra, sire.
               Umilmente la consegno nelle vostre mani.
               Nulla so però della mia padrona: né dove sia,

               né perché mai sia fuggita, né quando ha in mente
               di ritornare. Supplico Vostra Altezza di ritenermi
               suo leale servitore.



              PRIMO SIGNORE
                               Mio sovrano,

               costui era a corte il giorno della scomparsa.
               Sono pronto a garantire la sua onestà, e pure
               il fatto che attenderà fedelmente ai suoi doveri
               di suddito. Quanto a Cloten, non ci si sta risparmiando
               nelle ricerche, per cui non dubito che lo si troverà.



              CIMBELINO

                               Sono tempi difficili.
          [A Pisanio.]
               Per il momento siete libero, ma su di voi
               permane il sospetto.



              PRIMO SIGNORE
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