Page 390 - Shakespeare - Vol. 4
P. 390

È vivo, mio signore.



              LUCIO
               Potrà istruirci perciò su questo corpo.
               Narraci la tua storia, ragazzo, poiché sembra implorare
               di essere conosciuta. Chi ti fa da sanguinante guanciale?
               E chi di un sì bel ritratto di nobile Natura

               ha deturpato l’immagine?
               Che parte hai tu in questo triste relitto?
               Com’è accaduto?

               Chi è? Chi sei tu?


              IMOGENE

                               Sono niente. E se anche fossi qualcosa,
               sarebbe meglio che non lo fossi.
               Questi era il mio padrone, un valentissimo
               buon britanno, ucciso qui dai montanari.

               Ahimè, più non ci sono padroni suoi pari.
               Potrei vagare da est a ovest, offrendo
               i miei leali servigi a molti altri, persino buoni:
               ma non ne troverei uno uguale.



              LUCIO

                               Povero ragazzo!
               Il tuo lamento suscita pietà non meno
               che il sangue del tuo padrone. Dimmi il suo
               nome, buon amico.



              IMOGENE
               Richard du Champ. [A parte] Se mento senza

               ferire nessuno, quand’anche mi sentissero gli dèi,
               spero mi perdoneranno. Come dite, signore?



              LUCIO
               Il tuo nome?



              IMOGENE
   385   386   387   388   389   390   391   392   393   394   395