Page 362 - Shakespeare - Vol. 4
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Certo, signore.
[Esce.]
CLOTEN
Ti verrò incontro a Milford Haven! − Ho dimenticato di chiedergli una cosa,
ma lo farò tra breve. E lì, infame di un Postumo, ti ucciderò. Quando arriva il
vestito? Quel giorno lei mi ha detto (e il fiele del ricordo mi erompe dal
cuore) di preferire il vestito più misero di Postumo alla mia persona, nobile di
natura e ornata di tutte le qualità che essa mi ha dato. Con quel vestito
addosso la stuprerò. Ma prima ammazzerò lui sotto i suoi occhi, così vedrà il
mio valore, che sarà da tormento al suo disprezzo. Una volta atterrato lui,
pronunciato il mio discorso di insulti sul suo cadavere e sfamata la mia
lascivia (cosa che, come ho detto, per torturarla ulteriormente farò nelle vesti
che ha tanto incensato), a suon di calci e pugni la riporterò a corte. Ha
goduto nel disprezzarmi, e adesso farò altrettanto nel vendicarmi.
Rientra Pisanio, con i vestiti.
Sono quelli, i vestiti?
PISANIO
Sì, mio nobile signore.
CLOTEN
Quand’è che è partita per Milford Haven?
PISANIO
Dubito sia già arrivata.
CLOTEN
Porta quegli indumenti nella mia camera: è la seconda cosa che ti ordino. La
terza è di mantenere un complice silenzio su questo mio progetto. Mostrati
obbediente e ti vedrai ben ricompensato. La mia vendetta attende a Milford.
Avessi un paio d’ali per inseguirla! Vieni e restami fedele.
[Esce.]
PISANIO
È la mia disfatta, quella che ordini: giacché mostrarti fedeltà significherebbe
tradire − cosa che mai farò − il più sincero degli uomini. Precipitati a Milford,