Page 348 - Shakespeare - Vol. 4
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IMOGENE
[legge]
«La tua padrona, Pisanio, ha fatto la sgualdrina sul mio letto: ne ho
testimonianza che mi sanguina dentro. Non parlo in base a flebili
supposizioni, ma a prove forti come il mio dolore e certe come reputo sarà la
mia vendetta. E questa parte, Pisanio, dovrai portarla a termine tu per me, se
la tua fedeltà non è infettata dal suo tradimento. Con le tue stesse mani
prendile la vita. Te ne darò l’opportunità a Milford Haven: le ho inviato una
lettera a tal fine. E se una volta lì avrai paura di colpire e non mi darai
contezza del fatto avvenuto, sarai il ruffiano del suo disonore, a me infedele
quanto lei.»
PISANIO
A che pro sguainare la spada? La lettera le ha già
reciso la gola. No, è la calunnia, che ha il filo
più tagliente di una spada e una lingua più venefica
di tutti i serpenti del Nilo, e fiato che cavalca
i venti messaggeri, seminando menzogna
in ogni angolo del mondo. Re, regine e stati,
vergini e matrone, persino il segreto della tomba
penetra questa vipera che è la calunnia.
Come vi sentite, signora?
IMOGENE
Infedele al suo letto? In che senso?
Giacervi insonne pensando a lui?
Piangere tra un rintocco e l’altro?
E se poi il sonno vince la Natura,
infrangerlo in sogni spaventosi
e svegliarmi gridando impaurita?
È questa l’infedeltà al suo letto?
PISANIO
Ahimè, buona signora!
IMOGENE
Infedele io? La tua coscienza mi è testimone:
Iachimo, tu lo accusasti di incontinenza,