Page 305 - Shakespeare - Vol. 4
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la prima a suon di versi, disdegnando l’altra.
Né la ragione, ché anche gli idioti,
posti davanti a tale scelta, sarebbero mossi
da saggia convinzione. E neppure l’appetito:
la sciattezza, di fronte a così evidente perfezione,
indurrebbe a vomitare a pancia vuota,
piuttosto che invitare a cibarsi.
IMOGENE
Ma a che proposito pensate ciò?
IACHIMO
La voglia nauseata − quel desiderio satollo
ma mai soddisfatto, quella botte colma
e mai bastante − che prima sbrana l’agnello
e quindi anela alle immondizie.
IMOGENE
Cosa vi prende, caro signore? Vi sentite bene?
IACHIMO
Bene, signora. Grazie.
[A Pisanio]
Vi prego, signore, dite al mio servo
che rimanga dove si trova: è spaesato e confuso.
PISANIO
Stavo proprio per andare
a dargli il benvenuto.
[Esce.]
IMOGENE
Sta sempre bene il mio signore? Gode di buona salute?
IACHIMO
Ottima, signora.