Page 303 - Shakespeare - Vol. 4
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Ci penserò eccome.
Ma il giorno in cui sarò infedele al mio buon padrone,
da solo mi strangolerò. È tutto quello che farò per voi.
[Esce.]
Scena VII EN
Entra Imogene da sola.
IMOGENE
Un padre crudele, una matrigna falsa
e uno stolto che fa la corte a me, donna sposata
con il marito in esilio! Oh, quel marito,
mia suprema corona di spine! E quei reiterati
tormenti! Avessero rapito anche me,
come i miei fratelli: sarei stata felice!
Ma penosa è l’ambizione dei grandi.
Fortunati coloro che, per quanto miseri,
soddisfano i loro onesti desideri, trovandovi
consolazione. Chi mai sarà? Ahimè.
Entrano Pisanio e Iachimo.
PISANIO
Signora, giunge da Roma un nobile gentiluomo
con una lettera del mio padrone.
IACHIMO
Trascolorate, signora?
Il nobile Leonato sta bene e
saluta amorevolmente Vostra Altezza.
[Le porge una lettera.]
IMOGENE
Grazie, gentile signore.
Vi do il mio sincero benvenuto.