Page 293 - Shakespeare - Vol. 4
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Entrano Filario, Iachimo, un Francese, un Olandese e uno Spagnolo.
IACHIMO
Credetemi, signore, l’ho visto in Britannia. La sua stella era allora in ascesa,
ma si attendeva ancora che si mostrasse tanto degno della fama raggiunta in
seguito. All’epoca, però, avrei potuto guardarlo senza farmi vincere dallo
stupore, anche se avesse esposto accanto il catalogo delle sue doti e io lo
avessi esaminato voce per voce.
FILARIO
Parlate di lui al tempo in cui non era ancora ciò che è adesso nell’animo e
nell’aspetto.
FRANCESE
Io l’ho incontrato in Francia: ne abbiamo molti, lì, che possono guardare il
sole negli occhi quanto lui.
IACHIMO
L’aver sposato la figlia del re, cosa che lo fa stimare più per il peso di lei che
per il suo valore, lo mette in una posizione che − non ho dubbi in proposito −
va oltre i suoi meriti.
FRANCESE
E poi l’esilio.
IACHIMO
E la partecipazione di quanti, schierati dalla parte di lei, piangono questa
deplorevole separazione non fa che accrescere incredibilmente la sua fama,
non fosse altro che per giustificare il giudizio − altrimenti facilmente
demolibile − in base al quale si è scelta un pezzente privo della benché
minima qualità. Ma come mai sarà vostro ospite? In che modo si è intrufolato
fra le vostre conoscenze?
FILARIO
Suo padre era mio compagno d’armi, e più di una volta mi ha salvato la vita.
Ma ecco che arriva il britanno. Vi prego di riceverlo come si confà a
gentiluomini del vostro stampo davanti a uno straniero di tale rango.