Page 296 - Shakespeare - Vol. 4
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O la vostra signora senza eguali è morta, o è meno preziosa di un gingillo.



              POSTUMO
          Siete  in  fallo:  questo  potrebbe  essere  dato  o  ceduto,  davanti  a  un  uomo
          abbastanza ricco da poterlo acquistare o abbastanza degno per riceverlo in
          dono. L’altra non è in vendita: è un dono degli dèi.



              IACHIMO
          Che gli dèi vi hanno dunque riservato?



              POSTUMO
          E che per grazia loro intendo tenermi.




              IACHIMO
          Consideratela vostra per titolo: sapete bene, però, quanto spesso uccelli di
          fuori  si  posino  sugli  stagni  limitrofi.  Quanto  al  vostro  anello,  potrebbero
          rubarvelo.  I  vostri  due  inestimabili  tesori  sono  perciò  fragile  l’uno  e
          accidentale l’altro. Un ladro esperto o, d’altro canto, un abile corteggiatore

          potrebbero azzardare l’impresa di sottrarveli.



              POSTUMO
          Non c’è cavaliere così accorto, in questa vostra Italia, da vincere l’onore della
          mia dama, se da ciò fate dipendere la sua fragilità. Quanto al mio anello, non
          temo di perderlo, sebbene io non dubiti che i ladri non vi manchino.



              FILARIO
          Chiudiamola qui, signori.



              POSTUMO
          Con  tutto  il  cuore,  signore.  Ringrazio  questo  degno  gentiluomo  per  non

          avermi fatto sentire uno straniero: ché anzi ci siamo intesi fin da subito.



              IACHIMO
          Con una conversazione cinque volte questa, guadagnerei terreno sulla vostra
          nobile dama, mettendola alle strette fino a farla cedere. Mi basterebbe la sua
          presenza e una buona occasione.
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