Page 292 - Shakespeare - Vol. 4
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assottigliato come un ago; di più, lo avrei seguito finché,
               ridotto a un moscerino, non fosse svanito nell’aria.
               Solo allora li avrei distolti per piangere. Ma, buon Pisanio,
               quando riceveremo sue notizie?



              PISANIO
                               Non appena ne avrà modo, signora. Per certo.




              IMOGENE
               Non sono riuscita a salutarlo,
               eppure avevo tante care parole per lui.
               Prima di potergli dire quanto lo penserò
               in certe ore, e con quali pensieri;

               prima di fargli giurare che le donne italiane
               non lo indurranno a tradire il mio amore
               e il suo onore; prima di istruirlo perché alle sei
               del mattino, a mezzogiorno e a mezzanotte

               le sue preghiere si accordino alle mie, perché allora
               lo aspetterò in cielo; prima di potergli dare il bacio
               dell’addio, incastonandolo tra due parole augurali
               ecco irrompere mio padre e, come il tirannico soffio

               del nord, far cadere tutti i nostri germogli.


                                                     Entra una Dama.



              DAMA
               La regina desidera la compagnia di Vostra Altezza, signora.



              IMOGENE
               Occupatevi dei compiti che vi ho assegnato.
               Vado dalla regina.



              PISANIO
                               Sarà fatto, signora.

                                                                                                      [Escono.]



                                                     Scena V         EN
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