Page 261 - Shakespeare - Vol. 4
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margent (stesso senso). Quest’ultima lezione è seguita un po’ da tutte le edizioni moderne. Il senso
originale mi pare però del tutto chiaro e pregnante: Dionisa chiede a Marina di consegnare a lei i fiori
e di andare a camminare lungo il mare insieme a Leonino. Le chiede i fiori perché l’aria di mare non
abbia a sciuparli con il suo salmastro; ed è una premura ipocrita che si accompagna alla prima
mossa del suo disegno crudele.
254 IV, i, 28 L’uso del verbo to pierce, ben appropriato al colpo di pugnale di cui Marina, che è nata dal
mare, dovrebbe cader vittima in riva al mare, costituisce una sorta di ironia connotativa in questo
punto drammatico.
255 IV, i, 35 Traspare chiaramente la sua invidia: pur avendo qua e là accenti da Lady Macbeth, Dionisa
parla e si comporta piuttosto come la regina cattiva delle fiabe.
256 IV, i, 53 L’uso del presente sembra annullare per un attimo la morte di Licorida.
257 IV, i, 58 Leonino non ha seguito bene il racconto epico-avventuroso di Marina, evidentemente
intento a coglier l’occasione buona per l’assassinio che deve compiere.
258 IV, i, 61 Scaletta volante di corda per salire a manovrare le vele.
259 IV, i, 62 La battuta verosimilmente sta a significare il coraggio rudemente spiritoso dei marinai in
quella contingenza.
260 IV, i, 65 La narrazione di Marina assume l’andamento della scena rivissuta chissà quante volte nella
mente: la scena della sua nascita e della morte della madre coperta dall’eroismo romantico degli
uomini e del padre. Leonino la interrompe brutalmente.
261 IV, i, 70 E quindi potrebbero prestar ascolto alla povera Marina.
262 IV, i, 77 law: esclamazione asseverativa, ora desueta, che stava tra l’arcaico la (esclamazione
enfatica) e lor’ (per Lord).
263 IV, ii Questa scena si svolge a Mitilene, nell’isola di Lesbo, vicinissima alla costa della Turchia. Siamo
davanti a un bordello.
264 IV, ii, didascalia Come si vedrà subito, si tratta del mezzano, della mezzana e del servo Boult.
265 IV, ii, 12 Emerge già da queste prime battute il clima di volgarità e di sordidezza morale in cui sta
per capitare l’innocente e purissima Marina.
266 IV, ii, 15 A far da prostitute.
267 IV, ii, 21 pooped: da poop, parola volgare per i genitali femminili.
268 IV, ii, 29 commodity: normalmente significa mercanzia, merce; ma qui, come in qualche altro caso
in Shakespeare, sembra stare per profitto.
269 IV, ii, 69 Cioè il far la vita. Si noti il parallelismo con il v. 71.
270 IV, ii, 70 Uno dei significati che fault può avere in Shakespeare.
271 IV, ii, 81 Marry è imprecazione comune all’epoca, derivata dal nome di Maria (nome storpiato per
mitigare la bestemmia): poiché qui si parla della donna, probabilmente emerge il senso originario. −
whip è un’altra imprecazione equivalente a un “accidenti”. − gosling è l’oca giovane e,
figuratamente, l’allocco, il semplicione.
272 IV, ii, 83 sapling: alberello e, figuratamente, giovane persona.
273 IV, ii, 98 La gorgiera pronta ad accogliere la sua rinnovata bava.
274 IV, ii, 101 Veroles: emendamento del Verollus dell’in-quarto, dalla parola francese vèrole (sifilide).
275 IV, ii, 102 Propriamente, un passo di danza con battito dei piedi in aria.
276 IV, ii, 107 A parte il gioco shadow/sun, la frase sembra avere più livelli di significato: crowns of the