Page 259 - Shakespeare - Vol. 4
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la sua isotopia stereotipa) e woundingly da Schmidt e Kinnear (mentre Steevens emendava in
wand’ringly). È un tipico caso di normalizzazione di Shakespeare, tanto più frequente nel Pericle
quanto più gli editori si sentono autorizzati da evidenti passi corrotti a vedere un po’ dappertutto la
necessità di emendamenti. Qui il senso è chiaro, e inventivo, proprio nella lezione originaria. E
l’isotopia della scossa, che qui crea l’intera linea metaforica, era già emersa sia nella scena della
tempesta che nelle prime battute dei due gentiluomini a Cerimone nella scena precedente.
222 III, iii, 10 È questo l’atteggiamento costante dell’eroe positivo, l’eroe del romance. Pericle se ne
discosterà solo quando crederà di aver perduto anche sua figlia Marina.
223 III, iii, 25 Una vendetta che ricorda la tragedia greca, colpendo non solo il colpevole ma tutta la sua
stirpe. È una tipica ironia drammatica shakespeariana quella per cui la vendetta che il personaggio
chiama cadrà veramente su di lui perché l’impegno non sarà rispettato. Anche se a violarlo, in
realtà, sarà la crudele Dionisa.
224 III, iii, 29 unscissored: emendamento del tutto plausibile del unsi-sterd dell’in-quarto.
225 III, iii, 30 Seguo la lezione dell’in-quarto, emendata da molti, a partire da Theobald e Malone, con
show ill, che sposta il significato dal livello morale a quello estetico («pur se avrò un brutto
aspetto»). Mi pare che, a questo punto cruciale della decisione di Pericle di lasciare Marina a Tarso
fino a che non sia divenuta adulta, sia preferibile una notazione, pur oscura, di tipo morale. La scelta
di Pericle è infatti perlomeno strana. Perché affida Marina alle cure di Cleone e Dionisa finché ella non
abbia raggiunto l’età per sposarsi? L’unica risposta plausibile, e allo stesso tempo segreta, è che egli,
un re rimasto solo con la figlia, abbia inconsciamente paura di poter cadere in quel rapporto
incestuoso di cui è stato lo sconvolto testimone all’inizio del dramma.
226 III, iii, 36 Al mare infido cioè, che ora ha una maschera di quiete.
227 III, iii, 38 L’insistenza su questi appellativi positivi lascia già presa-gire che Dionisa si dimostrerà
esattamente all’incontrario, tutta negativa.
228 III, iv La scena ha luogo di nuovo a Efeso.
229 III, iv, 6 eaning: lezione del terzo in-folio, mentre l’in-quarto pre-senta learning.
230 III, iv, 9 Si deve immaginare che Taisa lo creda morto nel naufragio.
231 III, iv, 14 Come spesso in Shakespeare, date ha il senso di termine della vita.
232 IV, 6 our fast-growing scene: potrebbe essere l’epitome di tutta la drammaturgia shakespeariana,
indicandone la caratteristica principale che è quella di un rapido svolgimento nel tempo. Qui l’arco
degli eventi rappresentati, e narrati da Gower, copre circa vent’anni.
233 IV, 8 La lezione music’s letters dell’in-quarto è stata interpretata, in genere, come studio della
musica, letteratura della musica. Ma forse la trascrizione non è esatta, ed è meglio intendere
musica e lettere o letteratura.
234 IV, 10 heart: emendamento, proposto da Steevens e seguito da tutte le edizioni moderne, per la
lezione art dell’in-quarto.
235 IV, 11 L’ammirazione, lo stupore che suscita la sua presenza è l’insegna stessa di Marina (come poi
delle altre giovani figlie dei romances: Imogene, Perdita e Miranda, la quale ultima porta
l’ammirazione nel suo stesso nome).
236 IV, 12 Che richiama il mostro della gelosia, così ricorrente in Otello.
237 IV, 17 Seguo la lezione originaria dell’in-quarto, emendata da tutti con: «Even r ip e for
marriage-rite». Mi pare che si tratti di una correzione non necessaria, e quindi in linea con quel
processo di normalizzazione che è andato avanti per secoli e che va riconsiderato. La lezione antica
è del tutto sensata: vuol dire che la figlia di Cleone è in età di matrimonio ed è quindi adatta, idonea,
right, a quello spettacolo, a quella cerimonia, che sono le nozze. La normalizzazione riguarda