Page 260 - Shakespeare - Vol. 4
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soprattutto  la  parola sight,  emendata  da  Theobald  e  Malone  con fight  (matrimonio  come
                 combattimento  o  settecentesco  duello),  e  poi,  nell’Ottocento,  da  Collier  con rite (più  consono  al
                 codice  moralistico  vittoriano).  Ma  l’uso  di sight come  spettacolo  o  mostra  di  qualcosa  risale
                 addirittura all’inglese medievale, e poté essere inteso da Shakespeare come un arcaismo tipico di
                 Gower.

            238 IV,  18 Hight: forma arcaica, d’origine germanica, usata anche in inglese moderno solo al participio
                 passato nel senso di is called.

            239 IV, 19 Che è poi la storia raccontata dal vero Gower in Confessio Amantis.
            240 IV, 21 Be’t: espressione spesso usata da Shakespeare a indicare serie di azioni: si tratti di questo, si
                 tratti di quell’altro.
            241 IV, 21 L’in-quarto presenta il plurale they, emendato già da Malone in she, per evidente parallelismo
                 con i versi successivi.
            242 IV,  26 night-bird:  emendamento,  proposto  da  Theobald  e  Malone  e  accettato  da  tutti,  per
                 l’incongruo night bed dell’in-quarto.
            243 IV, 27 Allusione al mito di Filomela, uno dei miti più riecheggiati da Shakespeare in tutta la sua opera.
            244 IV, 29 Evidentemente scrivendo inni.

            245 IV, 32 Si accetta l’emendamento che riassesta in maniera logica la lezione dell’in-quarto «The dove
                 of Paphos might with the crow». La colomba di Pafo è la bianca colomba sacra a Venere, che il mito
                 faceva nascere dalle acque del mare vicino a Pafo, città di Cipro. Il paragone è appropriato perché
                 Marina è anch’essa, in qualche modo, nata dal mare, ed è sempre presentata come una piccola
                 dea.
            246 IV,  38  Ho  reso  con  “tiene  pronto”,  il  present  qualificativo  di murde-rer,  che  sta  a  significare
                 immediato, pronto a entrare in azione.
            247 IV,  45 unborn:  non  nato  in  quanto  non  ancora  accaduto  (sarà  rappresentato  subito  dopo).  La
                 metafora nasce forse dal senso letterale dell’aggettivo pregnant al verso precedente.
            248 IV, 46 content: diletto di spettatori di questa fiaba, e non già diletto di complici per il misfatto che sta
                 per essere messo in scena e che, fortunatamente, non avrà successo.
            249 IV,  48  Gioco  ironico  sul  passo  celere  del  racconto  che  si  è  affidato  a  piedi  (misure  metriche)
                 zoppicanti.  Notazione  metapoetica  dell’artista  che  riconosce  obliquamente  di  aver  usato  un  metro
                 antico e per lui non abituale e si schermisce per la sua imperizia proprio mentre usa Gower come
                 portavoce, il poeta che di quel metro era padrone.
            250 IV, i, 5-6 Passo forse corrotto, che nell’in-quarto legge: «in flaming, thy love bosome, enflame too
                 nicelie».  Rimessa  a  posto  la  punteggiatura,  non  mi  pare  comunque  che  si  debba  procedere  a
                 emendamenti,  come  è  stato  fatto  da  molti,  perché  il  senso  risulta  chiaro. −  nicely significa  qui
                 fastidiously (in  modo  schizzinoso,  schifiltoso):  l’avverbio  di  modo  sta  obliquamente  a  indicare
                 l’oggetto dell’infiammare, e cioè gli scrupoli che possono sorgere in Leonino dissuadendolo dal suo
                 atto.
            251 IV, i, 14 L’erba della tomba di Licorida.
            252 IV,  i,  25  L’espressione  ricorda  l’unprevailing  woe che  un  altro  perfido  personaggio,  Claudio,
                 rimprovera ad Amleto come inutile dolore per la morte di suo padre nella seconda scena del primo
                 atto di quel dramma.
            253 IV, i, 26 ere the sea mar it: «prima che il mare li sciupi», it fungendo da collettivo riferito ai fiori (uso
                 del collettivo frequente in Shakespeare e negli elisabettiani). Mi pare che sia lecito conservare questa
                 che è la lezione originaria dell’in-quarto, emendata da Theobald con un punto fermo dopo flowers e
                 con la lezione O’er the sea-margin («In riva al mare»), poi aggiustata da Hudson con On the sea-
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