Page 251 - Shakespeare - Vol. 4
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76 I, iv, 77 Il testo appare corrotto, lacunoso, ma il senso inferibile rimane chiaro. Pertanto, non mi
                 pare necessario emendare, come fanno molti, la lezione leave dell’in-quarto con fear.
              77 I,  iv,  78  Questo  sembra  essere  il  significato  della  goffa  formulazione  (verosimilmente  anch’essa
                 corrotta) di un altro detto proverbiale.

              78 I,  iv,  87  Confondere,  spaventare,  è  uno  dei  significati  del  verbo  to amaze (come  del  sostantivo
                 amazement) in Shakespeare.

              79 I, iv, 92 happily: come altrove in Shakespeare sta per haply (forse).
              80 I, iv, 93-96 Passo forse trascritto ellitticamente, ma dalla linea metaforica sufficientemente chiara: il
                 cavallo  di  Troia  era  pieno  di  uomini  dalle  vene  colme  di  sangue  distruttore,  pronti  a  uscire  dalla
                 struttura in legno e riversarsi fuori, per recare morte e distruzione alla città assediata vanamente da
                 dieci anni. Credo che Shakespeare impieghi qui overthrow, sia nel suo senso proprio di distruggere,
                 rovesciare, abbattere, sia in un senso connotativo, derivante dalla formazione del verbo over-throw,
                 che pare collegarsi alla metafora delle vene a un tempo piene di sangue (soldati sanguigni, eccitati,
                 pronti a tutto) e sanguinarie (soldati pronti a versare il sangue dei nemici).
              81 I, iv, 104 Quel momento verrà invece, come vedremo.

              82 II, 1 Qui, sul palcoscenico, nella rappresentazione mimetica di tutte le scene precedenti che Gower
                 aveva  annunciato  alla  fine  del  suo  intervento  iniziale.  Ora,  all’inizio  di  questo  secondo  atto,  egli
                 riprende  in  mano  la  narrazione  in  forma  diegetica,  prima  di  riconsegnarla  all’azione  degli  attori-
                 personaggi.
              83 II, 2 iwis: uno dei frequenti arcaismi di Gower, il cui senso è “certamente”, “indubbiamente”.

              84 II, 4 will prove awful: “si dimostrerà degno di venerazione” (awful ha appunto questo senso, ormai
                 desueto,  in  Shakespeare  derivante  dalla  accezione,  ancora  attuale,  di awe come  “soggezione”,
                 “timore reverenziale”).
              85 II, 5 Una delle allocuzioni dirette di Gower al pubblico, volte a tener desta l’attenzione alla favola che
                 si va a raccontare e a rappresentare.
              86 II, 6 Vengono così annunciati sia il lieto fine di questo dramma sia la sua qualità di apologo, una
                 storia fatta di prove (necessity è frequentemente usato da Shakespeare nel senso di “avversità”)
                 che l’eroe positivo supererà ammaestrando in tal modo il suo uditorio.
              87 II, 8 Ecco puntualmente esibita la morale della favola, dell’apologo.
              88 II,  9  Questo  è  il  senso  arcaico  di conversation:  non  già  “colloquio”,  ma  “comportamento”,
                 “condotta”.
              89 II, 12 writ: sta per holy writ, “sacro scritto”, Vangelo.

              90 II, 12 speken can: “sa dire” (arcaismo medievale appropriato al me-dievale Gower).
              91 II,  15-16  Nel  dire  questo,  Gower  ostende  l’azione  scenica  che  già  si  sta  preparando  e  affida  alla
                 pantomima quello che potrebbe raccontare.
              92 II, didascalia Una delle due porte che si aprivano sul retro del palcoscenico elisabettiano.
              93 II,  didascalia  Tipico  anacronismo  del  teatro  elisabettiano  che  immette  in  storie  antiche  usanze  e
                 codici del mondo medievale o rinascimentale.
              94 II, didascalia Questa uscita da due diversi punti sta a significare che i due si separano a seguito delle
                 notizie contenute nella lettera. Lo spiega subito dopo Gower.
              95 II, 18-19 Altro passo proverbiale.

              96 II,  19 forthy: lezione congetturale di Edwards per il  for  though dell’in-quarto; forthy è un arcaismo
                 (spesso usato da Gower nella Confessio Amantis) che significa “perciò”, “per questa ragione”.
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