Page 1601 - Shakespeare - Vol. 4
P. 1601
mostran troppo la corda per camuffare le colpe.
Con me non attacca. Voi mi fate il leccapiedi,
e a forza di leccate credete di tenermi buono:
non so per chi mi prendi, ma son più che sicuro
che hai un’indole crudele e sanguinaria. −
[A Cranmer]
Sedete, onest’uomo. Ora vediamo se il più superbo,
il più temerario fra voi, osa tanto da minacciarti con un dito.
Su quanto c’è di più sacro, farebbe meglio a crepare
che a pensare anche un solo istante che un tal consesso non fa per te.
SURREY
Se così piace a Vostra Grazia...
RE
No, signore, non mi piace affatto.
Credevo di avere uomini passabilmente intelligenti
e assennati nel mio Consiglio, ma non ce n’è uno.
Vi par riguardoso, signori, lasciar che quest’uomo,
questo galantuomo − e pochi fra voi meritano un tale titolo −
quest’onest’uomo, faccia anticamera come un lacchè pidocchioso,
fuori della porta? Un uomo eminente quanto voi?
Andiamo, che vergogna è mai questa? Forse che il mio mandato
v’imponeva di dimenticare chi siete? Io vi detti
la facoltà d’interrogarlo da membro del Consiglio,
non già da attendente. Vedo che fra voi c’è qualcuno
il quale, più per rancore che per rigore morale,
lo porterebbe al Giudizio finale, se ne avesse la facoltà:
ma non l’avrà mai, finché avrò vita.
CIAMBELLANO
Almeno in parte,
o temutissimo sovrano, piaccia a Vostra Grazia
accettar le mie scuse a nome di tutti. Ci eravamo proposti,
nel metterlo agli arresti, di garantirgli −
se esiste al mondo la buona fede − un processo
e una discolpa equi agli occhi del mondo, non un atto ostile.
Ne sono certo, per quanto mi riguarda.