Page 1597 - Shakespeare - Vol. 4
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siate da qui trasferito alla Torre;
               dove, una volta tornato un suddito come gli altri,
               vi accorgerete che sono in molti ad accusarvi a viso aperto:
               più, temo, di quanti abbiate messi nel conto.



              CRANMER
               Ah, mio buon Vescovo di Winchester, vi ringrazio.

               Siete sempre stato un buon amico. Se l’avrete vinta,
               troverò in Vostra Grazia un giudice e un giurato:
               siete così pietoso! Vedo a cosa mirate:

               alla mia distruzione. L’amore e la mansuetudine, Eminenza,
               ben più dell’ambizione si addicono a un uomo di chiesa.
               Le anime smarrite van riportate all’ovile con discrezione,
               senza respingerne alcuna. Che io sappia discolparmi,
               per quanto mettiate a dura prova la mia pazienza,

               non ci son dubbi, come non ci sono sulla scarsa coscienza
               con cui commettete dei torti giornalmente. Potrei dire dell’altro,
               ma il rispetto pel vostro ufficio m’induce a discrezione.



              GARDINER
               Monsignore, monsignore, siete un settario:

               questa è la pura verità. La vernice di cui vi fate bello rivela,
               a chi ben vi conosce, il senso e la debolezza dei vostri argomenti.



              CROMWELL
               Mio Vescovo di Winchester, con vostra cortese licenza,
               siete un po’ troppo severo. Uomini di tale nobiltà,
               per quanto fallibili, dovrebbero trovare rispetto

               per ciò che sono stati. È crudeltà
               calcare la mano su di un uomo caduto.



              GARDINER
                               Signor segretario,
               chiedo scusa a Vostro Onore, ma siete l’ultimo,

               in tutto questo consesso, a poter dire così.



              CROMWELL
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