Page 1543 - Shakespeare - Vol. 4
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WOLSEY
Madonna, questa è pura follia.
Il bene che noi vi offriamo lo trasformate in male.
CATERINA
E voi mi trasformate nel nulla. Guai a voi,
per tali false professioni di fede. Vorreste indurmi −
se aveste un’ombra di giustizia o pietà,
se foste altro che non due tonache prelatizie −
ad affidare la mia causa malferma nelle mani di chi mi odia?
Ahimè, mi ha già bandito dal suo letto
e dal suo affetto, sin troppo tempo fa. Sono vecchia, signori,
e l’unico rapporto che ancora mi lega a lui
resta la mia obbedienza. Cos’altro può capitarmi
dopo tanta disgrazia? Sono le vostre macchinazioni
a fare di me la reietta che sono.
CAMPEGGIO
Le vostre paure fanno di peggio.
CATERINA
Ho vissuto anche troppo − lasciatelo dire a me,
visto che la virtù non trova avvocati − da moglie, e da moglie fedele?
Una donna − oso affermarlo senza sicumera −
mai sino ad ora segnata dal sospetto?
Non sono sempre, con tutto l’amore di cui sono capace,
andata incontro al Re, non l’ho amato e obbedito, secondo solo a Dio?
Non sono stata, nell’affetto mio cieco, sin troppo devota,
quasi dimentica delle mie preghiere, pur di farlo felice?
Ed è questa la ricompensa? Non è giusto, signori.
Portatemi una donna fedele al suo sposo,
una che non ha mai sognato altra gioia se non il piacere di lui,
e a quella donna, quand’ella ha dato tutto,
aggiungerò di mio un altro onore: una grande pazienza.
WOLSEY
Madonna, voi divagate dal bene a cui miriamo.