Page 1536 - Shakespeare - Vol. 4
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o morivano nella sede stessa del concepimento, o poco dopo
esser venuti al mondo. Da ciò mi venne fatto di pensare
che questo era un giudizio di Dio su di me, e che il mio regno,
ben degno del più nobile erede del mondo, non avrebbe
ricevuto da me questa gioia. Ne consegue che
io soppesai il pericolo incombente sui miei reami
per tal difetto di discendenza, e questo mi procurò
più d’una crisi tormentosa. Così, alla deriva
nel mare burrascoso della mia coscienza, drizzai il timone
verso questo rimedio, per il quale siam qui,
oggi assieme adunati: vale a dire,
mi proposi di mettermi a posto con la coscienza, la quale
pareva allora gravemente malata − e non è ancora guarita −
con l’aiuto di tutti i più reverendi padri del paese
e i più dotti fra i dotti. Dapprima cominciai in forma privata
con voi, monsignore di Lincoln. Voi ricordate
come l’angoscia mi faceva sudare
la prima volta che mi rivolsi a voi.
LINCOLN
Assai bene, mio Sire.
RE
Ho parlato a lungo. Abbiatemi la compiacenza di dire
in che misura mi rassicuraste.
LINCOLN
Con licenza di Vostra Altezza,
la domanda, sul primo momento, mi fece vacillare,
poiché toccava un problema di suprema importanza
dalle tremende implicazioni: tanto che consegnai al dubbio
il più audace consiglio che vi potessi dare,
e supplicai Vostra Altezza d’intraprendere il corso
che state qui percorrendo.
RE
Mi rivolsi poi a voi,
monsignore di Canterbury, e ottenni il vostro assenso