Page 1533 - Shakespeare - Vol. 4
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e non tornarci più sopra.
CATERINA
Monsignore, monsignore,
sono una donna semplice, troppo indifesa
per fare fronte alla vostra astuzia. Siete mansueto e umile a parole,
e la facciata del rango e del potere voi la mascherate
di umiltà e mansuetudine; ma il vostro cuore
trabocca di superbia, rancore ed arroganza.
Avete, grazie alla fortuna e al favore di Sua Altezza,
salito in punta di piedi i gradini più bassi, e ora siete montato
là dove i potenti sono al vostro servizio, e le vostre parole,
a voi asservite, seguono fedelmente il vostro volere
e ogni vostro comando. Ho il dovere di dirvi
che il prestigio della vostra persona vi sta più a cuore
della vostra alta vocazione spirituale; per cui ripeto
che vi ricuso come giudice e, in questa sede,
davanti a tutti voi, mi appello al Papa,
a che l’intera mia causa sia avocata a Sua Santità,
e a che sia lui a giudicarmi.
S’inchina al Re e accenna ad allontanarsi
CAMPEGGIO
La Regina è ostinata,
refrattaria alla giustizia, pronta a contestarla,
e piena di disprezzo per la Corte: così non va.
Se ne sta pure andando.
RE
Richiamatela.
BANDITORE
Caterina, Regina d’Inghilterra, si presenti alla Corte.
[GRIFFITH]
Signora, vi stan richiamando.