Page 1530 - Shakespeare - Vol. 4
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giacché io son povera e derelitta, una donna straniera,
               nata al di fuori dei vostri domini, che qui non può trovare
               né un giudice imparziale, né alcuna certezza
               di equità e comprensione in un tale processo. Ahimè, Sire,

               in che vi ho recato offesa? Quale pretesto
               la mia condotta ha offerto al vostro cruccio,
               che ora dobbiate così procedere a ripudiarmi
               e togliermi la grazia del vostro favore? Il cielo mi è testimone:

               sono stata per voi una sposa sottomessa e fedele,
               in ogni occasione prona al vostro volere,
               sempre timorosa di dare esca alla vostra disapprovazione,
               soggetta, certo, a ogni vostro umore, lieto o cruccioso,

               ch’io vi leggessi in viso. C’è mai stato un momento
               in cui mi sia opposta a un vostro desiderio
               senza farlo anche mio? Avete un qualche amico
               ch’io non mi sia sforzata di amare, pur sapendo

               ch’egli mi era nemico? Ho mai avuto un amico
               che essendosi attirato la vostra collera
               io abbia continuato a favorire, senza invece avvertirlo
               di ritenersi licenziato? Sire, vogliate ricordarvi

               che sono stata vostra moglie in tale obbedienza
               per più di vent’anni, e da voi ho avuto la benedizione
               di numerosa prole. Se nei corsi e trascorsi
               di questo tempo voi foste in grado di riferire

               e di provare alcunché contro l’onor mio,
               o la mia fede al vincolo nuziale, o l’amore dovuto
               alla vostra sacra persona, in nome di Dio
               cacciatemi via, e che il più turpe disprezzo

               mi sbatta la porta in viso, e così mi consegni
               alla più dura giustizia. Con vostra licenza, Sire,
               il Re vostro padre ebbe fama
               di principe di grande prudenza, e di eccellente,

               impareggiabile ingegno e giudizio. Ferdinando,
               mio padre il Re di Spagna, fu sempre riconosciuto come uno
               dei principi più saggi che mai colà avessero regnato,
               da molti anni. È un fatto incontestabile

               che fu da essi convocato un consiglio di esperti
               di ogni paese, per dibattere la questione:
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