Page 1524 - Shakespeare - Vol. 4
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ANNA
Oh sant’Iddio, sarebbe stato assai meglio
se mai l’avesse conosciuto, il fasto. Anche se è solo
un bene temporale, pure, se la capricciosa Fortuna lo strappa
a chi ne gode, è un dolore straziante
come quando l’anima si strappa dal corpo.
DAMA
Ahi, povera signora!
Eccola ridiventata straniera fra noi.
ANNA
A maggior ragione
su lei deve calare un velo di pietà. In verità,
lo giuro, è meglio esser di umili natali
e contentarsi di vivere con gente di modesta condizione
che non far spicco su tutti in uno sfavillio di dolore
ed indossare una pena trapunta d’oro.
DAMA
Il contentarsi
resta il migliore fra i nostri averi.
ANNA
Sul mio onore, e sulla mia verginità,
non ci terrei, a fare la regina.
DAMA
Mal me n’incolga s’io non lo vorrei,
a costo di giocarmela, la verginità. E questo vale anche per voi,
alla faccia di queste vostre pose insincere.
Voi che della donna avete tutte le bellezze
avete anche un cuore di donna, che ha sempre aspirato
a fare spicco, alla ricchezza, all’autorità.
Le quali cose, in fede mia, sono manna del cielo: doni
che con tutto il rispetto per ogni affettazione in contrario,
la vostra tenera, elastica coscienza saprebbe far suoi,
sol che voleste stiracchiarla un po’.