Page 1519 - Shakespeare - Vol. 4
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Che malinconico aspetto! Di certo è assai afflitto.
RE
Ohibò, chi va là?
NORFOLK
Dio non voglia che sia in collera.
RE
Chi va là, ripeto? Come osate intromettervi
mentre sto a meditare in solitudine?
Ohibò, per chi mi prendete?
NORFOLK
Per un grazioso monarca che perdona ogni offesa
che non sia volontaria. Se abbiamo così mancato
è per affari di stato, per i quali veniamo
a conoscere il vostro volere sovrano.
RE
Come avete l’ardire?
Fuori di qui! Ve lo dirò io, quando è tempo di affari.
Vi sembra questo − ohibò − il momento per le cure terrene?
Entrano Wolsey e Campeggio con una delega pontificia
Chi c’è adesso? Il mio buon Cardinale? Oh mio Wolsey,
pace della mia coscienza ferita,
tu sei un balsamo degno di un re. [A Campeggio] Siate il benvenuto,
reverendissimo e dotto monsignore, nel nostro regno.
Disponete di esso come di noi. [A Wolsey] Caro monsignore, datevi da
fare
per dimostrare che non dico per dire.
WOLSEY
Sire, non sia mai detto.
Ma non potrebbe Vostra Maestà concederci un’ora soltanto
di udienza privata?