Page 1492 - Shakespeare - Vol. 4
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Entra l’Intendente      16



              CATERINA
               Mi dispiace che il Duca di Buckingham
               sia incorso nel vostro corruccio.



              RE
                               Dispiace a molti.
               È un gentiluomo assai colto, e un oratore di raro talento.

               Nessuno è più di lui dotato dalla natura: ha una tale istruzione
               che dei grandi maestri avrebbero molto da imparare da lui,
               e lui non avrebbe mai bisogno dell’altrui sapere. Eppure, vedete,
               quando queste sì nobili doti si orientano

               in direzioni sbagliate, perché si è corrotta la mente,
               possono assumere forme distorte, dieci volte più brutte
               di quanto prima eran belle. Quest’uomo così raffinato
               da essere ritenuto un prodigio − e quanto a noi,

               come rapiti nell’ascoltarlo, un’ora del suo eloquio
               volava in un minuto − costui, o madonna,
               ha rivestito di costumi mostruosi le grazie
               che una volta eran sue, e si è tinto di nero,

               manco si fosse insozzato all’inferno. Restate qui: saprete di lui −
               ché questo gentiluomo era il suo braccio destro −
               cose che umiliano il senso dell’onore. Fategli recitare di nuovo
               la storia di quelle trame, che mai ci stancheremo di udire

               per quanto essa ci faccia soffrire.



              WOLSEY
               Fatevi avanti, e con animo schietto riferite le cose
               che voi, da suddito zelante e fedele, avete raccolto
               dalla viva voce del Duca di Buckingham.



              RE
                               Parlate liberamente.



              INTENDENTE

               Innanzitutto, egli era uso dire − e lo diceva ogni giorno,
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