Page 124 - Shakespeare - Vol. 4
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LISIMACO
Non ha mai voluto parlare
del suo casato. Se glielo si chiedeva,
restava muta e piangeva.
PERICLE
Oh, Elicano, colpiscimi, onorato amico!
Feriscimi, infliggimi un dolore immediato,
perché questo grande mare di felicità che m’assale
non travolga la riva mia mortale
e non m’anneghi nella sua dolcezza. 370 Oh, vieni qui,
tu che generi colui che ti generò; 371
tu che nascesti in mare, fosti sepolta a Tarso,
e ritrovata in mare ancora! Oh, Elicano,
in ginocchio; ringrazia i sacri dèi con voce alta
quanto il tuono che ci minaccia. Questa è Marina.
Qual era il nome di tua madre? Dimmi solo questo,
perché la verità non ha mai troppe conferme,
anche quando i dubbi si assopiscono.
MARINA
Prima, signore, vi prego,
qual è il vostro titolo?
PERICLE
Io sono Pericle di Tiro; ma ora dimmi
il nome della mia regina annegata, come nel resto
che hai detto 372 sei stata divinamente perfetta, e sarai
erede di regni, e nuova vita 373 per Pericle, tuo padre.
MARINA
Per essere tua figlia non ho che da dire
che il nome di mia madre era Taisa?
Taisa era mia madre, che finì
nell’istante in cui io cominciai.
PERICLE
Ora tu sia benedetta! Alzati: tu sei mia figlia.