Page 988 - Shakespeare - Vol. 3
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se Colui che di giustizia è il culmine,
               vi giudicasse sol per quel che siete?
               Pensateci, e fra le labbra allora vi aliterà
               clemenza, come a un nuovo Adamo.



              ANGELO
               Siate ragionevole, bella fanciulla:

               la legge, non io, condanna vostro fratello;
               fosse mio parente, un fratello o figlio,
               sarebbe lo stesso. Deve morire domani.



              ISABELLA
               Domani? Ah, è così presto!

               Risparmiatelo, risparmiatelo!
               Non è preparato a morire. Anche in cucina
               uccidiamo il pollame quand’è la stagione;
               con meno riguardo serviremo il cielo

               di quello usato per il nostro io corporeo?
               Mio buon, buon signore, ripensateci:
               chi è mai morto per questo delitto?
               Molti l’hanno commesso.



              LUCIO

          [a Isabella]
                               Ah, ben detto.



              ANGELO
               La legge non è morta, anche se dormiva.
               Quei molti non avrebbero osato trasgredire
               se il primo a infrangere il decreto

               avesse pagato di persona. Ora è desta,
               prende nota delle azioni e, come un profeta,
               vede nel magico cristallo quei mali futuri
               − nuovi o per indulgenza di nuovo concepiti,

               quindi in incubazione e destinati a nascere −
               a cui ora è tolta prospettiva di sviluppo,
               stroncati sul nascere.
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