Page 970 - Shakespeare - Vol. 3
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ATTO II EN
Scena I EN
[Corte di giustizia.]
Entrano Angelo, Escalo e servi, e [un] giudice.
ANGELO
Non dobbiamo far della legge uno spauracchio,
messo lì a spaventar gli uccelli, e inalterato
con l’abitudine diventa il loro trespolo,
senza più incutere timore.
ESCALO
Sì, ma
stiamo accorti, 31 meglio tagliare un po’
che abbattere e colpire a morte. Ahimè,
questo gentiluomo, che io vorrei salvare,
ha un padre nobilissimo. Consideri Vostro Onore
− che io credo sia di rettissima virtù −
qualora all’insorgere dei vostri desideri
tempo e luogo, luogo e voglia fossero coincisi,
o la spinta decisa dello stimolo carnale 32
avesse potuto ottenere il proprio scopo,
se una volta nella vita non avreste ceduto
sul punto per cui ora condannate quest’uomo,
tirandovi addosso i rigori della legge.
ANGELO
Una cosa è esser tentato, Escalo,
altra cadere. Non nego che la giuria
chiamata a giudicare un carcerato