Page 85 - Shakespeare - Vol. 3
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Non è poi così strano. Perché ora mio zio è re di Danimarca, e quelli che gli
facevan boccacce quando mio padre era vivo, ora pagano venti, quaranta,
cinquanta, cento ducati per la sua miniatura. Perdìo, c’è come un progetto
soprannaturale in questo, se solo la filosofia sapesse scoprirlo.
Squillo di trombe.
GUILDENSTERN
Ecco gli attori.
AMLETO
Intanto, amici miei, benvenuti a Elsinore. Qua la mano, andiamo! Le belle
maniere e le cerimonie sono appannaggio di una buona accoglienza. E
dunque lasciate che m’adegui con voi a questi garbi, se no l’accoglienza che
farò agli attori − e che sarà assai cordiale ve lo anticipo − potrebbe apparire
migliore di quella che faccio a voi. Benvenuti dunque! Però il mio babbo-zio e
la mia mamma-zia si sbagliano.
GUILDENSTERN
In che cosa, caro signore?
AMLETO
Sono pazzo solo fra tramontana e maestrale. Quando soffia da scirocco
distinguo un falco da un falcetto.
Entra Polonio.
POLONIO
Salute a voi, signori miei!
AMLETO
Fa’ attenzione, Guildenstern, e anche tu, un orecchio per ciascuno. Quel
bambolone che vedete lì non è ancora uscito dalle fasce.
ROSENCRANTZ
O c’è rientrato, dacché si dice che un vecchio rimbambisce.
AMLETO