Page 81 - Shakespeare - Vol. 3
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AMLETO

          Oh Dio, potrei star chiuso in un guscio di noce e credermi re dell’infinito... ma
          faccio brutti sogni.



              GUILDENSTERN
          Appunto, questi sogni sono l’ambizione: la sostanza stessa dell’ambizioso non
          è che l’ombra d’un sogno.



              AMLETO

          Ma il sogno stesso è un’ombra.


              ROSENCRANTZ

          Esatto,  e  io  dico  che  l’ambizione  è  così  vana  e  inconsistente  che  è  solo
          l’ombra d’un’ombra.



              AMLETO
          Allora soltanto gli accattoni sono dei corpi. Monarchi o eroi stiracchiati non
          sono che l’ombra degli accattoni. Ma vogliamo andare a corte? In fede mia,
          oggi non so ragionare.



              ROSENCRANTZ E GUILDENSTERN

          Siamo al vostro servizio.


              AMLETO

          Ma  no,  ma  no,  non  voglio  mettervi  con  gli  altri  miei  servi.  A  parlarvi
          sinceramente, il servizio è atroce. Ma a parlar chiaro, da vecchi amici, che
          cosa ci fate a Elsinore?



              ROSENCRANTZ
          Siamo qui per vedervi, monsignore, nient’altro.



              AMLETO

          Pezzente che sono, mi mancano persino i ringraziamenti, ma grazie. E certo,
          amici miei, c’è qualche soldino di troppo in questo «grazie». Non vi hanno per
          caso  mandati  a  chiamare?  L’idea  è  stata  vostra?  Una  visita  spontanea?
          Andiamo, andiamo, siate sinceri con me. Su, su, parlate.
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