Page 767 - Shakespeare - Vol. 3
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il tenore del suo nel presentarsi, lei comprese
               con triste serenità, e non volle più
               riprendersi l’anello.



              RE
                               Pluto in persona,
               artista in tinture e magiche alchimie,

               non ha più certa conoscenza dei misteri della natura
               di quanta io ne ho di questo anello. Era mio, poi di Elena,
               non importa chi te l’abbia dato. Per la certezza che hai

               di conoscere te stesso, confessa che era suo
               e tu glielo carpisti in malo modo. Chiamò i santi a testimoni
               che non se lo sarebbe mai tolto dal dito,
               se non per darlo a te con lei nel letto −
               e tu non ci sei mai stato − o per mandarlo a noi

               in caso di disastro.



              BERTRAM
                               Lei non lo vide mai.



              RE
               Per quanto tengo al mio onore, tu dici il falso
               e insinui in me terribili sospetti

               che vorrei tanto ignorare. Se sarà provato
               che sei così disumano... Non sarà provato,
               ma come saperlo? La odiavi mortalmente
               e lei è morta: niente mi persuade a crederci
               più della vista di questo anello − a meno

               che io stesso non le avessi chiuso gli occhi.
               Portatelo via. Le prove già in mio possesso,
               comunque vada, non imputeranno d’illusione i miei timori:

               che anzi l’illusione è stata averne avuti pochi.
               Portatelo via. Poi andremo più a fondo.



              BERTRAM
                               Se proverete
               che questo anello sia mai stato suo, vi sarà facile
               provare che io sono stato a letto con lei a Firenze,
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