Page 765 - Shakespeare - Vol. 3
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di ogni volto che non fosse il suo,
sdegnava un bel carnato o lo giudicava contraffatto,
estendeva o contraeva tutte le proporzioni
facendone un oggetto disgustoso. Così accadde
che lei che aveva lodi da tutti, e che io stesso
amo da quando l’ho perduta, per me divenne
solo polvere negli occhi.
RE
Fai bene a scusarti.
Il tuo amore per lei cancella più di un debito
dal tuo conto totale; ma l’amore in extremis,
come un perdono concesso troppo tardi e per rimorso,
è un gran gesto che aspro si ritorce su chi lo fa
e grida: “Era buona e ora non c’è più”.
La nostra colpa impulsiva svaluta il pregio che si ha,
non lo conosce appieno che quando lo vede nella tomba.
Spesso il nostro malumore, ingiusto con noi stessi,
distrugge chi c’è amico e poi ne piange le ceneri.
Risvegliandosi, l’amore si dispera vedendo cos’è stato:
l’odio non ha vergogna di dormire tutto il giorno.
Sia questo l’addio alla dolce Elena: ora dimenticala.
Manda il tuo pegno d’amore alla bella Maudlin.
C’è già il consenso di tutti: noi stessi rimarremo qui
per assistere alle seconde nozze del nostro vedovo.
CONTESSA
Benedicile, o caro cielo, meglio delle prime!
Oppure, o natura, abbandonami prima che si uniscano.
LAFEW
Venite, figlio mio, voi che assorbirete
il nome della mia casata: datemi un pegno
che accenda lo spirito della mia figliola
a venir qui al più presto.
Bertram dà a Lafew un anello.
Per la mia vecchia barba
e per ogni suo pelo, Elena che non è più fra noi