Page 761 - Shakespeare - Vol. 3
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PAROLLES

          Vi prego, signore, di portare questo foglio.



              CLOWN
          Pfui! E io ti prego di startene lontano. Io dare a un nobiluomo un pezzo di
          carta del cesso della Fortuna! Guarda, viene lui in persona.
                                                        Entra Lafew.

          Signore, c’è qui uno stronzo della Fortuna, anzi del gatto della Fortuna, ma
          non  puzza  di  gatto  muschiato:  secondo  lui,  è  caduto  nella  fogna  della
          malasorte e si è ricoperto di fango. Vi prego, signore, trattate questa carpa
          concimata  come  meglio  vi  sembra:  ha  tutta  l’aria  di  un  povero  furfante

          decaduto,  scaltro,  stupido  e  canaglia.  Con  le  mie  similitudini  di  conforto
          simpatizzo con la sua sventura e lo lascio a Vossignoria.
                                                                                                           Esce.



              PAROLLES
          Monsignore, sono un uomo crudelmente graffiato dalla Fortuna.



              LAFEW
          E che volete che ci faccia io? È troppo tardi per tagliarle le unghie. Che brutto

          tiro  le  avete  fatto  perché  la  Fortuna  vi  graffiasse?  Presa  con  le  buone,  la
          Fortuna è una bravissima signora che non lascia che dei bricconi la facciano
          franca  a  lungo  sotto  di  lei.  Ecco  qua  uno  scudo.  Ci  penseranno  i  giudici  a
          metter pace tra voi e la Fortuna; ho altro da fare io.



              PAROLLES
          Supplico Vostro Onore di starmi a sentire: ho una parola sola.



              LAFEW

          Ho capito, una parola per una moneta: ecco qua, risparmia la parola.


              PAROLLES

          Mio buon signore, il mio nome è Parolles.



              LAFEW
          Allora non hai solo “una parola”. Sangue di Cristo! Dammi la mano. Che fa il
          tamburo?
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