Page 752 - Shakespeare - Vol. 3
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E ora so per certo che Sua Grazia è a Marsiglia
               alla cui volta abbiamo già disposto di partire.
               Dovete sapere che mi si crede morta. Ora in congedo,
               mio marito si dirige a casa, dove, con l’aiuto del cielo,

               e col permesso del mio buon Re e signore,
               noi giungeremo all’insaputa generale.



              VEDOVA
                               Gentile signora.
               mai avete avuto un servo che più di me

               gradisca che gli affidiate una questione.


              ELENA

               Né voi, signora, amica che pensi più di me
               a come compensare il vostro affetto. Non c’è dubbio
               che il cielo mi ha voluto perché io doti vostra figlia,
               come ha lei destinato ad essere mio mezzo

               per ritrovare mio marito. Ma stranezza dell’uomo!
               Che sa fare uso così dolce di ciò che odia
               quando il sordido abbandono a ingannevoli pensieri
               contagia la notte più nera. Così la lussuria si diletta

               con quanto gli ripugna, assente ciò che agogna.
               Poi ci tornerò. Voi, Diana, se seguite
               le mie povere istruzioni, dovrete soffrire
               ancora un po’ per me.



              DIANA
                               Finché morte da onesta

               consegua ai vostri ordini, sono pronta
               a soffrire per vostro volere.



              ELENA
                               Aspetta, ti prego:
               è così che parla il tempo prima di ammettere l’estate,

               il tempo che le rose hanno petali oltre che spine
               e sono profumate oltre che pungenti. Dobbiamo andare;
               la carrozza è pronta, l’ora ci esalta.
               Tutto è bene quel che finisce bene; fine è coronamento.
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