Page 715 - Shakespeare - Vol. 3
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Perdonatemi, signora:
               se io ve l’avessi data ieri sera
               forse si poteva ancora raggiungere: ma scrive
               che sarebbe inutile inseguirla.



              CONTESSA
                               Che angelo mai

               benedirà questo marito indegno? Non ha futuro,
               a meno che le preghiere di lei, in cielo favorite
               e amorosamente compensate, non lo sottraggano

               all’ira della giustizia suprema. Scrivi, scrivi, Rinaldo,
               a questo marito indegno della propria moglie.
               Che ogni parola pesi quanto il merito di lei,
               che lui prende troppo alla leggera. Anche se
               gl’importerà poco, insisti molto sulla mia enorme pena.

               Manda il messaggero più provetto.
               Forse quando saprà che se n’è andata,
               lui tornerà; e spero che lei, sapendolo,

               faccia presto ritorno, guidata dal suo sincero amore.
               Sento che non riesco più a capacitarmi
               quale dei due mi sia più caro. Appronta il messaggero.
               Ho il cuore peso e un’età insicura:
               il dolore vorrebbe lacrime, la pena m’induce a parlare.

                                                                                                        Escono.



                                                     Scena V         EN


                  Trombe in lontananza. Entra una vecchia Vedova di Firenze, sua figlia

                                         Diana, Mariana e altri cittadini.


              VEDOVA

          Fate presto, perché se rientrano ci perdiamo tutto lo spettacolo.



              DIANA
          Dicono che il Conte francese si sia fatto molto onore.



              VEDOVA
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