Page 712 - Shakespeare - Vol. 3
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CONTESSA

                               Benvenuti, signori.
               Vi prego, quando vedete mio figlio,
               di dirgli che l’onore che perde

               non potrà riaverlo con la spada.
               Altro ve lo consegnerò per scritto.



              SECONDO NOBILE
               Siamo a vostra disposizione, signora,
               per questo e altri incarichi urgenti.



              CONTESSA
               No, no, solo se potrò ricambiare.
               Volete seguirmi?

                                                                           Escono la Contessa e i Nobili.



              ELENA
               “Finché avrò moglie nulla mi tiene in Francia”.
               Nulla in Francia fino a che avrà moglie!
               Non ne avrai nessuna, Rossiglione, non in Francia,

               così potrai tenerti tutto. Povero signore, io sono
               chi ti caccia dal tuo paese ed espone
               le tue tenere membra all’evenienza
               della guerra che non dà scampo? Io sono

               chi ti sottrae alla dilettosa corte, dove
               ti colpivano occhiate seducenti, a fare da bersaglio
               di moschetti fumanti? O voi, plumbei messaggeri,
               che cavalcate i violenti destrieri di fuoco,

               volate fuori mira: scuotete l’aria punta sul vivo
               che canta vivace e si richiude;          15  non toccate il mio signore.
               Se mai gli spareranno, io l’ho esposto ai colpi;
               se mai attenteranno al suo petto ardimentoso,

               io sono la sventurata che gl’impone il confronto.
               Anche se non lo uccido, io sono la causa
               se avvenisse la sua morte. Sarebbe stato meglio
               avessi incontrato un leone ruggente

               per la pressanza della fame; meglio
               che tutte le disgrazie che natura possiede
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