Page 694 - Shakespeare - Vol. 3
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LAFEW
E di tutto cuore, secondo i tuoi meriti.
PAROLLES
Ma io, mio signore, non l’ho proprio meritato.
LAFEW
Sì, perbacco, fino all’ultimo grammo, e non te ne sconto uno spicciolo.
PAROLLES
Bene, ci metterò rimedio.
LAFEW
E fallo subito, perché altrimenti ne avrai da ingoiare! Se con quella sciarpa ti
ci legheranno e te le daranno sode, vedrai cosa vuol dire farsi vanto dei
propri legami. Ho voglia di continuare a frequentarti, o, piuttosto, a
conoscerti; giusto per poter dire, quando sarai in giudizio, “io lo conosco
bene”.
PAROLLES
Signore, mi arrecate un intollerabile tormento.
LAFEW
Vorrei per il tuo bene che fossero le pene dell’inferno, avessi il talento di
eternarle; è che il far durare mi è passato, come ti passo ora accanto con la
lestezza che resta alla vecchiaia.
Esce.
PAROLLES
Ma ce l’hai un figlio che mi risponderà di questa onta, vecchio scorbutico,
pezzente d’un signore! Devo aver pazienza, non si manda in prigione
l’autorità. Lo picchierò, per la mia vita, se mi capita davanti nel momento
giusto, fosse anche quattro volte signore. Non avrò più pietà per la sua
vecchiaia di quanta ne avrei per... La prima volta che lo vedo lo picchio.
Entra Lafew.