Page 68 - Shakespeare - Vol. 3
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Alla fine, scuotendomi un po’ il braccio
               e annuendo così tre volte su e giù
               tirò un sospiro così profondo e triste
               che davvero sembrò schiantarlo tutto

               e farlo morire. Poi mi lasciò andare
               e col capo voltato sulla spalla
               parve trovare la via senza gli occhi,
               varcò la porta senza il loro aiuto,

               fissò sempre su me la loro luce.



              POLONIO
               Su vieni. Andrò dal re.
               Queste sono traveggole d’amore,
               violente e distruttive, che spingono
               la volontà ad azioni disperate

               come altre passioni che quaggiù
               affliggono gli uomini. Mi dispiace...
               Di’, gli hai risposto male, di recente?



              OFELIA
               No, signor mio. Soltanto, come avete ordinato,

               ho respinto le lettere, ho rifiutato di vederlo.



              POLONIO
               Ecco perché è impazzito.
               Mi duole non averlo giudicato
               con più discernimento. Ma temevo
               che scherzasse, e volesse rovinarti.

               Al diavolo i sospetti! Perdio, i ragazzi mancano
               spesso di tatto, ma altrettante volte
               i vecchi eccedono nella diffidenza.

               Su, andiamo dal re. Deve sapere tutto.
               Quest’amore, nascosto, farebbe assai più danno
               dell’odio che si rischia rivelandolo.
               Vieni.
                                                                                                        Escono.
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