Page 64 - Shakespeare - Vol. 3
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Perfettamente, signore.



              POLONIO
               «E un po’ anche lui. Ma,» puoi dire, «non bene.»
               «Ma se è l’uomo che io intendo, è un vero matto,
               sfrenato in questo e quello» − e qui addossagli
               le menzogne che vuoi − dico, niente di indegno

               da fargli disonore − stai bene attento in questo −
               le solite magagne (sfrenato, donnaiolo)
               che son compagne note ed arcinote

               di chi è giovane e libero.


              REYNALDO

                               Il gioco, monsignore?



              POLONIO
               Appunto, o la bottiglia, il duello, il tirar moccoli,
               l’attaccar briga, il frequentar donnacce −
               puoi arrivare fin lì.



              REYNALDO
                               Ma così addio onore!



              POLONIO
               No, perché? Se mi dosi un po’ l’accusa.

               Non devi mica calunniarlo d’essere
               un vero e proprio puttaniere!
               Non è questo che voglio dire: devi

               fiatare queste colpe con tale arte
               che paian nei di libertà, vampate
               e sfoghi di un carattere focoso,
               ribollire d’un sangue non domato,
               malattia di ragazzi.




              REYNALDO
               Ma, signore...
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