Page 452 - Shakespeare - Vol. 3
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Proprio  così:  chi  sa  giocar  con  le  parole  non  fatica  a  sfruttarle  come
          baldracche.



              BUFFONE
          Quand’è così, vorrei che mia sorella non avesse un nome, signore.



              VIOLA
          E perché mai?



              BUFFONE
          Ma perché il suo nome è una parola e, se ci si giocasse un po’ su, mia sorella
          potrebbe diventare una poco di buono. In realtà le parole, da quando le si

          usa per i contratti, sono diventate delle canaglie.



              VIOLA
          Spiegati meglio.



              BUFFONE
          In  realtà  non  mi  è  dato  di  farlo  senza  ricorrere  alle  parole,  che  però  sono
          diventate così infide che mi ripugna ricorrervi per spiegarmi.



              VIOLA
          Sul tuo senso dell’umorismo, così come sulla tua indifferenza, garantisco io.



              BUFFONE

          Non è esatto, signore. In effetti c’è qualcosa che mi sta a cuore, anche se, in
          coscienza, non siete voi. Se poi ciò stesse a significare che sono indifferente,
          be’, vorrei che la cosa vi facesse diventare invisibile.



              VIOLA
          Sbaglio o sei il buffone di Lady Olivia?



              BUFFONE
          Oh, no, signore. Lady Olivia non vuol saperne di follie né si circonda di matti
          almeno fino a quando non si sarà sposata. I buffoni stanno ai mariti come le

          sardine alle aringhe; i mariti stanno per i pesci più grossi. A ben vedere, non
          sono il suo buffone ma il suo corruttore di parole.
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