Page 448 - Shakespeare - Vol. 3
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Seguito da una «I».



              FABIAN
          Già, se aguzzassi gli occhi, t’accorgeresti di aver alle calcagna più guai che
          fortune.



              MALVOLIO
          «M.O.A.I.» Questo indovinello si presenta molto più oscuro dell’altro. Eppure,
          se solo lo si forza un po’, calza a pennello perché ogni lettera si ritrova anche

          nel mio nome. Un momento! Ecco un brano in prosa.
              (Legge) Se questa lettera cadrà in mano tua, rifletti! La mia buona stella
          mi pone in una posizione superiore alla tua quanto a ricchezze, ma tu non
          lasciarti intimorire dalla grandezza. C’è chi nasce grande, c’è chi lo diventa,

          mentre ad altri la grandezza viene imposta. Il tuo destino si offre di stringerti
          la mano, e tu afferrala, anima e corpo; e, per prepararti a quel che forse ti
          destina il fato, spogliati della tua veste umile e fattene una nuova. Affronta a
          muso duro un congiunto, sii severo con la servitù. Blatera su problemi d’alta

          politica, cerca di distinguerti dalla massa. A consigliarti è una donna che per
          te sospira. Ricordati di colei che lodò la tua calzamaglia gialla                  38  e che
          vorrebbe sempre vederti indossare le tue giarrettiere incrociate: lo ripeto,
          non dimenticartene! E ora va’, la tua fortuna è fatta, sempre che tu lo voglia.

          Altrimenti resta come sei, un semplice maggiordomo, della razza dei servi,
          indegno di toccar le dita della Fortuna. Addio. Colei che scambierebbe
          volentieri il suo posto col tuo,
                                                                                       La fortunata infelice.

          Ma  è  chiaro,  come  una  giornata  di  sole  in  aperta  campagna.  Metterò  su
          superbia, leggerò trattati di politica, farò rigar dritto Sir Toby schernendolo,
          eliminerò  ogni  amicizia  triviale,  insomma  diventerò  come  lei  desidera  ch’io
          sia. No, nessuna illusione, non mi lascerò fuorviare da sfrenate fantasie. Ogni

          ragionamento converge su un punto: la mia padrona mi ama. Ultimamente le
          ho  sentito  lodare  la  mia  calzamaglia  gialla,  e  così  le  mie  gambe  perché
          indossavo  le  giarrettiere  incrociate.  Il  che  rivela  il  suo  amore  per  me,
          indicandomi  perentoriamente  di  vestire  come  piace  a  lei.  Grazie  alla  mia

          buona stella, sono felice. Sarò tenebroso, superbo, indosserò la calzamaglia
          gialla e le giarrettiere incrociate. Vado subito a metterle. Sia lode a Giove e
          alla mia buona stella. Ah, ma c’è un poscritto! (Legge) Non puoi fingere di
          non sapere ch’io sia. Se condividi il mio amore, provamelo col tuo sorriso, già

          di per sé così accattivante. Perciò, quando sarai in mia presenza, non smetter
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