Page 416 - Shakespeare - Vol. 3
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OLIVIA
Fatelo passare e chiamate la mia dama di compagnia.
MALVOLIO
Damigella, la mia signora chiede di voi.
Esce.
Entra Maria.
OLIVIA
Dammi il velo. Andiamo, abbassalo sul volto. Son pronta ad ascoltare un’altra
ambasciata del duca.
Entra Viola.
VIOLA
Qual è, di grazia, l’onorevole padrona di casa?
OLIVIA
Parlate pure a me, risponderò io per lei. Desiderate?
VIOLA
Oh fulgida, squisita, impareggiabile bellezza! Ve ne prego, ditemi se è qui
presente la padrona di casa perché non l’ho mai vista. Mi rincrescerebbe
molto pronunciare il mio discorso per niente perché, oltre ad averlo redatto
con estrema cura, ho penato non poco per mandarlo a mente. Belle signore,
non prendetevi gioco di me giacché sono molto suscettibile, perfino al più
piccolo sgarbo.
OLIVIA
Di dove venite, signore?
VIOLA
Posso dirvi solo poco più della parte che ho imparato perché questa domanda
non risulta sul mio copione. Oh, nobile signora, datemi una speranza, per
piccola che sia, che siate voi la padrona di casa così da permettermi
d’attaccar senza indugio il mio discorso.