Page 1689 - Shakespeare - Vol. 3
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LEAR
Vuoi spezzarmi il cuore?
KENT
Preferirei spezzare il mio. Mio buon signore, entrate.
LEAR
A te sembra gran cosa che questa tempesta furibonda
ci invada fino alla pelle: così è per te.
Ma dove si è piantato un male più grande
quello minore si sente appena.
Tu sfuggi a un orso: ma se la fuga
ti porta verso il mare ruggente, affronti
le fauci dell’orso. Quando l’animo è sgombro,
il corpo è delicato; questa tempesta
che ho nella mente toglie ai miei sensi
ogni altro dolore che non sia quello
che mi batte dentro. Ingratitudine filiale!
Non è come se questa bocca mordesse
questa mano perché le porge il cibo? Ma io
punirò a fondo. No, non piango più.
In una notte come questa, chiudermi fuori!
Continua, pioggia: lo sopporterò.
In una notte come questa! O Regan, Goneril!
Il vostro vecchio, buon padre, il cui cuore
generoso ha dato tutto! Oh,
da quella parte sta la pazzia − debbo evitarla.
Basta!
KENT
Mio buon signore, entrate qui.
LEAR
Ti prego, entra tu; trovati il tuo riposo.
A me questa tempesta non consente
di pensare le cose che mi farebbero più male.
Ma andrò dentro. (Al Matto.) Prima tu, ragazzo.
Tu, povertà senza tetto − entra.