Page 1692 - Shakespeare - Vol. 3
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quelle figlie-pellicano.
EDGAR
E Pillicock 52 sedeva in cima al Pillicock:
Ahi, oh, ahi, oh!
MATTO
Questa notte fredda ci farà diventare tutti pazzi e buffoni.
EDGAR
Attento al turpe demonio! Obbedisci ai genitori, mantieni la parola data, non
bestemmiare, non fornicare con la sposa di un altro uomo, non bramare abiti
di lusso. Tom ha freddo.
LEAR
Che cosa sei stato?
EDGAR
Un servitore, superbo nel cuore e nella mente; m’arricciavo i capelli,
attaccavo guanti alla berretta, servivo la lascivia della mia padrona e
commettevo con lei l’atto delle tenebre; facevo tanti giuramenti quante erano
le mie parole e li infrangevo alla faccia dolce del cielo; ero uno che andava a
dormire tramando lussuria e si svegliava per farla. Amavo il vino
appassionatamente, i dadi follemente, e per numero di donne superavo il
Turco − falso di cuore, leggero d’orecchio, sanguinario di mano; pigro come il
cinghiale, furbo come la volpe, avido come il lupo, pazzo come il cane, vorace
come il leone. Non lasciare che lo scricchiolio delle scarpe e il fruscio delle
sete tradiscano il tuo povero cuore ad una donna. Tieni il piede lontano dai
bordelli, la mano dagli spacchi delle sottane, la penna dai libri degli strozzini,
e sfida il turpe demonio. Ma il vento freddo soffia ancora sul biancospino.
Dice uhm, uhm, ehi, oh. Delfino, ragazzo mio, su, su! Lasciatelo trottare.
(Continua il temporale.)
LEAR
Staresti meglio in una tomba piuttosto che rispondere col tuo corpo scoperto
a questa violenza dei cieli. E dunque l’uomo non è niente più di questo?
Consideralo bene. Tu non devi seta al baco, pelle alla bestia, lana alla