Page 1684 - Shakespeare - Vol. 3
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le querce, bruciate la mia testa bianca!
               E tu, tuono che tutto scuoti,
               spiana la spessa rotondità del mondo,
               infrangi gli stampi della natura, distruggi

               tutti i semi che fanno l’uomo ingrato!



              MATTO
          O Zietto, acquasanta di corte           47   in una casa asciutta è meglio di quest’acqua
          piovana all’aperto. Dentro, buon Zietto, e chiedi la benedizione alle tue figlie.
          Questa è una notte che non ha pietà né per savi né per Matti.



              LEAR
               Rutta quanto vuoi! Sputa, fuoco!

               Scroscia, pioggia! Né la pioggia, né il vento,
               né il tuono, né il fuoco sono mie figlie.
               Voi elementi, non vi accuso di crudeltà:
               a voi non ho mai dato un regno, non vi ho

               chiamato figlie. Voi non mi dovete
               sottomissione, e perciò fate cadere
               come vi piace il vostro orrore.
               Io sono qui, vostro schiavo, un vecchio

               povero, infermo, debole e disprezzato.
               Eppure vi chiamo ministri servili
               perché uniti a due figlie perniciose
               scatenate battaglioni celesti contro

               una testa vecchia e bianca come questa.
               Oh! è turpe.



              MATTO
          Chi ha una casa dove mettere la testa ha un bel copricapo.                     48
                               La brachetta     49  che vuole casa

                               Prima che ce l’abbia la testa
                               Si troverà impidocchiata.
                               Così molti sposati son pezzenti.
                               L’uomo che al posto del cuore
                               Ci mette il ditone

                               Per un callo griderà di dolore
                               E farà del suo sonno una veglia.
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