Page 1613 - Shakespeare - Vol. 3
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alla turpe malattia. Revoca il tuo dono
               o altrimenti, finché un grido mi esce dalla gola
               ti dirò che fai male.



              LEAR
               Ascolta, rinnegato! Per l’obbedienza che mi devi,
               ascolta! Poiché hai cercato di farci

               rompere il nostro voto, il che mai
               finora osammo, e di frapporti
               con orgoglio protervo tra la nostra sentenza

               e il nostro potere − cosa intollerabile
               per la nostra natura e il nostro rango −
               eccoti, con ribadita autorità, la ricompensa.
               Cinque giorni ti concediamo per rifornirti
               di ciò che ti difenda dalle minacce del mondo,

               mentre al sesto dovrai volgere la tua schiena odiata
               al nostro regno: se al decimo giorno
               troveremo nei nostri domini la tua

               carcassa esiliata, quel momento
               sarà la tua morte. Via! Per Giove,
               quest’ordine non sarà revocato.



              KENT
               Addio, Re: se vuoi mostrarti così,
               non c’è libertà ma solo esilio, qui.

               (A Cordelia.) Gli Dei ti accolgano, fanciulla, nel loro
               sacro santuario, tu che pensi con giustizia
               e giustamente hai parlato.
               (A Goneril e Regan.) E possano le vostre azioni confermare

               i vostri discorsi grandiosi, e le parole d’amore
               produrre buoni effetti. Così, Principi,
               Kent dice a tutti addio; in una terra nuova
               seguirà la strada antica.

                                                                                                         (Esce.)


                       Trombe. Rientra Gloucester, con Francia, Borgogna e seguito.



              GLOUCESTER
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