Page 1610 - Shakespeare - Vol. 3
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metà delle mie cure e del dovere:
certo non mi sposerò, come le mie sorelle,
per amare soltanto mio padre.
LEAR
Ma c’è il tuo cuore, in questo?
CORDELIA
Sì, mio buon signore.
LEAR
Così giovane e così impietosa?
CORDELIA
Così giovane, mio signore, e così sincera.
LEAR
E così sia! La tua sincerità sia dunque
la tua dote; e infatti, per i sacri raggi
del sole, per i misteri di Ecate e della notte,
per tutti gli influssi delle sfere
per cui esistiamo e cessiamo di esistere,
qui io ripudio ogni mia cura paterna,
affinità e legame di sangue, e d’ora in poi
ti avrò per sempre straniera al mio cuore e a me.
Il barbaro Scita o colui che muta
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i propri nati in cibo per soddisfare la sua fame,
troverà nel mio petto più comprensione, pietà
e conforto che non te, un tempo mia figlia.
KENT
Mio buon sovrano −
LEAR
Taci, Kent!
Non frapporti fra il drago e la sua ira.
Più di tutte la amavo, e alla sua cura affettuosa