Page 150 - Shakespeare - Vol. 3
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LAERTE
Vi ringrazio. Sorvegliate la porta
(I suoi escono.)
Tu, re ignobile, ridammi mio padre.
REGINA
(Lo trattiene) Calma, buon Laerte.
LAERTE
Quella goccia di sangue che è calma
mi proclama bastardo, urla «cornuto»
a mio padre, e stampa il marchio della puttana
qui sulla fronte casta e immacolata
di mia madre.
RE
Laerte, per quale motivo
questa ribellione da giganti? −
lascialo andare, Gertrude. Non temere
per la nostra persona.
C’è una tale siepe divina attorno a un re
che il tradimento può solo sbirciare
a ciò che si propone, e ne attua
ben poco. Dimmi, Laerte,
perché mai tanta furia? Via, lascialo Gertrude.
Parla, ragazzo.
LAERTE
Dov’è mio padre?
RE
È morto.
REGINA
Ma non per sua colpa.
RE