Page 155 - Shakespeare - Vol. 3
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Entrano Orazio e un servitore.
ORAZIO
Chi vuole parlarmi?
SERVITORE
Gente di mare, signore. Hanno lettere per voi, dicono.
ORAZIO
Falli entrare.
(Esce il servitore.)
Non so da che parte del mondo possa arrivarmi una lettera, se non dal
principe Amleto.
Entrano dei marinai.
I MARINAIO
Dio vi benedica, monsignore.
ORAZIO
E benedica anche te.
I MARINAIO
Se è sua volontà, monsignore. Una lettera per voi, monsignore. Da parte
dell’ambasciatore che andava in Inghilterra − se vi chiamate Orazio come mi
è detto.
ORAZIO
(legge la lettera) Orazio, quando avrai scorso questa, fa’ in modo che questa
gente arrivi dal re. Hanno lettere per lui. Non eravamo in mare da due giorni
che un corsaro in pieno assetto di guerra ci dette la caccia. Scarsi di vela,
sfoderammo un coraggio forzoso, e nell’arrembaggio saltai sul loro legno. Ma
subito si sganciarono, e restai il loro unico prigioniero. Mi hanno trattato da
ladroni di cuore. Ma sapevano quel che facevano: gli debbo restituire il
favore. Fa’ arrivare al re le lettere che ho mandato, e corri da me veloce
come se fuggissi la morte. Ho parole da dirti all’orecchio che ti renderanno
muto. Ma son piume rispetto al calibro della faccenda. Questa brava gente ti